NAPOLI - Il teatro napoletano, è da sempre una delle caratteristiche che contraddistingue la nostra amata città dal resto del mondo. Napoli a dir della critica mondiale "piena di attori con e senza palco". C'è chi inveve invece riesce a trasmettere emozioni e sensazioni. Claudio Romanelli regista , coordinatore , attore, scrittore di testi teatrali comici , ironici ed umoristici , con il suo talento artistico e creativo porta la commedia napoletana in chiave moderna e divertente nei teatri più importanti. Promuove con dedizione, passione ed infinito amore per l'arte un teatro comico all'avanguardia, rivolgendosi ad un pubblico popolare a cui piacciono i vari espedienti farseschi: le sorprese e le battute comiche, gli equivoci e gli scambi di persona, le beffe e i raggiri, la caricatura e la parodia, i giochi di parole, i doppi sensi grossolani, l’esaltazione dei piaceri materiali, la ricerca del guadagno e del denaro con ogni mezzo,storie di vita vissuta , amori spezzati ; ottiene così il consenso della platea ed il grande applauso.Il suo duro lavoro e la cura del dettaglio fa sì che anno per anno la qualità delle sue opere diventi sempre più evidente , dando sfumature colorate ed accattivanti ad ogni singola commedia .
"Di nonna ce n’è una sola" è un lavoro articolato, la cui trama gira intorno ad una rosa di personaggi dalle personalità molto forti, talvolta paradossali e dai tratti inverosimili. Qui il grottesco è di casa, e l’autore ha tessuto questo testo su un palcoscenico reale, sul quotidiano vivere, tipico della nostra terra.
Lo scenario è un salotto aristocratico di una famiglia blasonata della Napoli bene . Sovente, nella cultura alla quale siamo abituati, l’inciucio simpatico, il frainteso che diventa esilarante dato dalla scarsa cultura della servitù, intorno a questo che la storia si ispira. Dietro il personaggio della nonna , folle e fantasiosa marchesa, con un passato da rinchiusa in un ospedale psichiatrico, c’è un bambino che la segue come un’ombra. L’impatto con la reincarnazione, con il surreale, si sente ed è forte; si incontra, da subito, un gran senso di rispetto per il mondo ultraterreno, il velato timore che davvero tutto questo possa esserci ed, al contempo, la grande speranza che esista una realtà dopo la morte, soprattutto per chi, come l’autore, ha dovuto separarsi dall’amore di sua madre.
Questo è un lavoro che lascia grandi interrogativi; uno di quelli che, come i bei film, si vorrebbe rivedere per carpirne sempre nuove, diverse sfumature. La nonna e la sua realtà di donna sola, a voler testimoniare il dilagante fenomeno della solitudine di chi, in questo nostro mondo, si sente solo pur avendo agi e ricchezza; un personaggio che trova ancora il coraggio di ridere nonostante i tormenti inferti dalla mano dell’uomo, che l’ ha distrutta con i farmaci. Che dire degli altri personaggi , singolari, ognuno con una storia nascosta dietro il tran- tran giornaliero e con questa altalena di sentimenti, di personalità. Proprio come le belle storie, “ Di nonna ce n’è una sola “ ha bisogno di essere compresa fino in fondo. Bisogna ascoltare attentamente ogni sussurro, e riuscire ad eviscerare tutti i messaggi in essa raccolti. Qui si parla di Amore, di droga e di emarginazione, di sofferenza e pazzia; la follia del non volersi rassegnare a nulla, e di intestardirsi a combattere fino all’ultimo respiro che ci è rimasto.
La tenacia di andare avanti, a non arrendersi davanti alle asperità. Un grande inno alla salvaguardia dei nostri diritti, ad affrontare tutto e tutti affinché essi vengano rispettati ed inneggiati come un vessillo che ci avvolga tutti, e ci protegga dalla indiscussa malvagità del genere umano. Replica a grande richiesta al Teatro S.Ferdinando di Napoli il prossimo 28 e 29 novembre.
di LA REDAZIONE © Riproduzione Riservata
Inserito il 23 Ottobre 2013 - ore 11:15